lunedì 8 dicembre 2008

Tre riassunti ottavo capitolo promessi sposi

Tanto per cominciare in bellezza, posto alcune possibilità di riassunto dell’ottavo capitolo… Vi ricordo che sarebbe teoricamente da fare per lunedì prossimo su un foglio intestato per la Tellarini!! Ci@

Versione 1

Don Abbondio abbandona le letture in cui era immerso e autorizza Perpetua a far salire Tonio. Scesa in strada, Perpetua incontra Agnese che, fingendo di passare di lì per caso, la coinvolge in una conversazione a proposito di alcune maldicenze sul suo conto. Tonio e Gervaso accedono allo studio del curato, mentre Renzo e Lucia, approfittando della distrazione di Perpetua, raggiungono il pianerottolo della canonica. Tonio salda il suo debito. Il curato esamina le monete, restituisce il pegno e inizia a compilare una ricevuta. A un segnale convenuto entrano anche i due promessi. Renzo pronuncia l’intera formula, mentre Lucia viene interrotta violentemente dal curato, che si rifugia poi in una stanza attigua. Don Abbondio chiede aiuto dalla finestra. Ambrogio, il sacrestano, suona allora le campane per richiamare gente. I rintocchi svegliano l’intero paese. La gente scende in strada. I tre bravi che erano all’osteria, escono per una ricognizione; poi chiamano i compagni appostati al casolare per il rapimento di Lucia. Agli ordini del Griso, il gruppo dei bravi penetra in casa della ragazza, ma non trova la vittima predestinata. Menico, di ritorno dal convento, entra in casa di Lucia. Appena entrato il ragazzo viene afferrato dai bravi. Spaventati dal suono delle campane questi lasciano andare Menico e fuggono disordinatamente. Il Griso li richiama all’ordine e la fuga prosegue a ranghi compatti. Agnese continua a distrarre Perpetua, ma, sentite le grida di don Abbondio e i rintocchi, le due donne corrono verso la canonica. Renzo e Lucia si ricongiungono con Agnese e vengono raggiunti da Menico, che dice loro di fuggire verso il convento e li segue per un tratto. Intanto la gente si raduna in piazza e si reca da don Abbondio. Visto che quest’ultimo non è più in pericolo, la folla si sposta alla casa di Lucia e scopre che le due donne sono sparite. Dopo qualche progetto di inseguimento dei presunti rapitori, corre voce che le donne siano salve e tutti si ritirano. Il console del paese di Renzo e Lucia viene minacciato da due bravi di don Rodrigo che gli intimano di non riferire al podestà i fatti della notte precedente, quella dell’incursione in casa di Lucia. Renzo, Lucia, Agnese si sono intanto allontanati attraverso i campi, accompagnati da Menico che, raccontata la sua avventura, viene poi rimandato a casa. I tre fuggitivi giungono al convento di Pescarenico. Dopo aver vinto le resistenze di fra Fazio, il sacrestano, fra Cristoforo li fa entrare nella chiesa del convento ed illustra i piani di fuga che ha predisposto per loro. Dopo aver pregato per don Rodrigo, i tre lasciano il convento e si dirigono verso il lago. Raggiunto il lago, i tre salgono su una barca. Descrizione del paesaggio. Lucia piange segretamente e dà l’addio ai monti e ai luoghi natii.

Versione 2

Tonio si presenta al curato con i soldi per saldare il debito che aveva e sfruttando un momento di distrazione dell’anziano prete fa cenno al fratello e ai due giovani di uscire allo scoperto . Renzo e Lucia tentano di recitare la frase che davanti ai testimoni e al prete li farà marito e moglie,ma Don Abbondio impedisce Lucia di finire la frase e da l’allarme al sacrestano che suona le campane a martello. Per non essere scoperti, scappano. Mentre si sviluppa la vicenda, i bravi,incaricati di rapire Lucia, entrano nella casa ispezionata quella mattina ,ma non trovano nessuno e sentendo in lontananza l’allarme del sagrestano credono di essere stati scoperti e così fuggono. Sotto consiglio di Fra Cristoforo, Renzo, Agnese e Lucia scappano. Il primo andrà a Milano, mentre le donne si recheranno a Monza. Il capitolo si chiude con l’addio ai monti di Lucia.

Versione 3

Tonio e Gervaso entrano nella casa del curato, mentre Agnese intrattiene Perpetua conducendola in una stradina dalla quale non può’ vedere l’uscio della cura. Tonio paga il debito a Don Abbondio e ,mentre questi rilascia la ricevuta ,ad un segnale ,appaiono Renzo e Lucia. Il giovane riesce a pronunziare la formula rituale , ma Lucia no in quanto il curato, accortosi del tranello, le getta sul viso un tappeto, lasciando cadere la lucerna .La stanza piomba all’improvviso nell’oscurità e Don Abbondio scappando da Renzo, si rifugia in un’altra stanza e, affacciatosi alla finestra ,grida in cerca di aiuto. In questa scena Renzo ha tutta l’apparenza dell’oppressore e Don Abbondio della vittima. Il sagrestano Ambrogio, prossimo alla canonica, allarmato dalle grida del curato suona la campana a martello. I rintocchi delle campane allarmarono anche i bravi che, attuando il loro piano, erano entrati in casa di Lucia, accorgendosi che la casetta era deserta. Il Griso, avendo udito le campane, ordina agli altri bravi la ritirata. Nel frattempo Perpetua alle grida del curato abbandonò le chiacchiere di Agnese per correre alla canonica. Mentre la serva entrava la piccola brigata usciva con i “due sposi rimasti promessi” per rifugiarsi alla casetta di Agnese, ma incontrarono Menico che, avendo assistito all’irruzione dei bravi, gli disse di andare al convento dove li stava attendendo fra Cristoforo. Intanto i più coraggiosi e curiosi abitanti erano arrivati verso la casa di Don Abbondio. Un uomo arriva di corsa e annunzia che in casa di Agnese si sono viste persone . I presenti si avviano al luogo indicato dove sono più che evidenti i segni dell’irruzione; nessuno è in casa e pian piano tutti i presenti fanno ritorno alle proprie case. Il padre dice ai fuggiaschi che Don Rodrigo ha intenzione di rapire Lucia e consiglia loro di lasciare il paese. E più precisamente diresse Lucia e Agnese a Monza in un Convento e Renzo a Milano con delle lettere da consegnare a suoi conoscenti del luogo. Secondo le istruzione del frate i due si recano su lago dove li aspetta una barca . Durante il tragitto i passeggeri guardano i monti e il paese da cui si stavano allontanando. Alla vista del palazzotto di Don Rodrigo e della casetta di Agnese, Lucia si abbandona segretamente a un pianto dando l’addio ai monti che l’avevano vista nascere. Trova consolazione solo nella Provvidenza.

1 commento:

anto ha detto...

non fate il terzo perchè l'ho già copiato io!!!!!